Andria, la città dell’Imperatore e delle tre corone
Tra castelli solitari, cattedrali silenziose e uliveti senza fine, Andria custodisce il fascino di una Puglia colta, misteriosa e profondamente
C’è un angolo del Salento che non cerca di stupire, ma semplicemente si mostra per quello che è: vero, solare, profondamente legato alla sua identità marinara. Questo luogo si chiama San Foca, frazione costiera del comune di Melendugno, e si affaccia con semplicità e fierezza sull’Adriatico più puro.
Non troverete qui grandi resort o passerelle affollate. Troverete invece un porticciolo di pescatori, barche ormeggiate come per magia tra i riflessi del mattino, e una comunità che ha saputo crescere senza perdere il legame con la sua anima antica. In un’epoca in cui il turismo cerca esperienze autentiche, San Foca è una risposta sussurrata, ma potente.
Le spiagge di San Foca sono un inno alla semplicità mediterranea. Cala Giannella, con il suo litorale sabbioso, accoglie famiglie e viaggiatori alla ricerca di quiete. Più a sud, verso Roca Vecchia, le scogliere si alzano lievi, dando vita a calette e grotte marine perfette per chi ama nuotare o fare snorkeling in acque trasparenti.
Il colore del mare qui cambia a seconda dell’ora e del vento: turchese, verde smeraldo, cobalto. Un paesaggio che incanta, ma non stanca mai, e che accompagna le passeggiate serali lungo il lungomare con la brezza salmastra che racconta storie antiche.
San Foca, come molte località del Salento, custodisce una stratificazione storica affascinante. A pochi chilometri, il sito archeologico di Roca Vecchia ci ricorda che questa costa fu abitata già in epoca micenea. La famosa Grotta della Poesia, una piscina naturale scavata nella roccia, era in origine un santuario sacro, frequentato da popoli che venivano dal mare.
Il nome stesso “San Foca” deriva da un martire cristiano venerato dai bizantini, a conferma di una identità culturale stratificata, tra Oriente e Occidente, che ancora oggi si riflette nei nomi, nelle tradizioni e nel dialetto.
La vera anima di San Foca si rivela al porto. All’alba, i pescatori rientrano con le reti colme di seppie, saraghi e polpi. Lì accanto, le trattorie aprono i battenti con profumo di caffè e pane fresco. Tutto è scandito da un tempo diverso, più umano, che chi visita sente subito addosso, come un invito a rallentare.
E se il turismo ha portato movimento, eventi e servizi, ha anche saputo rispettare il carattere intimo di questa marina, che ha mantenuto l’equilibrio tra autenticità e accoglienza.
Sedersi a tavola a San Foca è un’esperienza che unisce mare e terra: linguine ai ricci di mare, cozze gratinate, polpo in pignata, ma anche friselle con pomodori del campo, olio extravergine e capperi. Il tutto accompagnato da un bicchiere di bianco salentino, fresco, minerale, perfetto per raccontare il territorio attraverso il gusto.
Chi visita San Foca difficilmente la dimentica. Non per gli eccessi, ma per la naturalezza con cui riesce a parlare al cuore. Qui non si cerca la Puglia da cartolina, ma quella da vivere, tra un bagno al tramonto, un gelato passeggiando sul molo, o una chiacchierata con chi il mare lo conosce da generazioni.
Un piccolo borgo di mare, una grande lezione di bellezza vera.
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