Andria, la città dell’Imperatore e delle tre corone
Tra castelli solitari, cattedrali silenziose e uliveti senza fine, Andria custodisce il fascino di una Puglia colta, misteriosa e profondamente
C’è una Puglia che non si affaccia sul mare, ma ne custodisce la luce. Una Puglia di pietra, vento e storia incisa. Andria è il cuore pulsante di questo paesaggio, città discreta e nobile, adagiata tra l’altopiano delle Murge e il Parco dell’Alta Murgia.
Fondata, secondo la leggenda, da Diomede, Andria ha vissuto il suo apice sotto l’ombra illuminata di Federico II di Svevia, che la elesse tra le sue dimore preferite e ne fece centro strategico, agricolo e culturale del suo regno.
Andria è indissolubilmente legata alla figura del grande Stupor Mundi. A pochi chilometri dal centro sorge infatti il celeberrimo Castel del Monte, patrimonio UNESCO dal 1996, icona assoluta dell’architettura medievale europea.
La sua geometria ottagonale, il misterioso simbolismo numerico, l’orientamento astronomico: tutto in quel castello sembra sfidare le leggi del tempo. E sebbene Castel del Monte domini il paesaggio da lontano, è ad Andria che si avverte la vera eco di Federico: nelle vie, nei palazzi, nei racconti.
Il centro storico di Andria è una composizione di equilibrio e misura. Palazzi baronali, logge scolpite, piazze luminose. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, che custodisce le spoglie di due mogli di Federico II, è un esempio affascinante di stratificazione stilistica: romanico, gotico, barocco convivono senza forzature.
Le strade lastricate conducono a piccole corti e chiese minori, come San Domenico e San Francesco, dove il silenzio ha un suono chiaro, quasi architettonico.
Andria è celebre anche per la sua vocazione agricola e gastronomica. In particolare, è capitale dell’olio extravergine d’oliva, con una produzione che affonda le radici nella storia e si estende nei sapori.
A questo si affiancano vini robusti, latticini freschi e una tradizione dolciaria da scoprire.
E poi c’è il titolo che l’accompagna da secoli: “Città delle tre corone”, in riferimento a Federico II, alla Madonna dell’Incoronata e a un’antica simbologia templare ancora avvolta nel mistero.
Passeggiando nel centro storico si incontra una piccola cappella priva di insegne e dedicazione. Gli anziani la chiamano la chiesa muta. Nessuna targa, nessuna funzione ufficiale. Solo una porta chiusa e una storia che si perde nel tempo. Un mistero che incuriosisce studiosi e affascina visitatori.
Andria è una città che non si concede facilmente, ma che ripaga chi la visita con pazienza. È un luogo da scoprire a piedi, in silenzio, ascoltando.
Un luogo che Piero Angela avrebbe raccontato con rispetto e precisione, guidando il visitatore tra storia, arte e scienza con quel tono caldo che trasforma la cultura in esperienza.
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